domenica 12 febbraio 2012

Sognare per essere

Perchè sennò uno poi non capisce.
Non capisce perchè una persona riesca a sentirsi veramente vivo e in pienezza soltanto leggendo un libro o guardando un film.
La maggior parte della gente, se legge, legge i quotidiani o quello che eventualmente è obbligata a sorbirsi per lavoro; chi va al cinema lo fa come semplice alternativa al pub o alla discoteca durante l'uscita del sabato sera.
Il nerd no. Il nerd sceglie in piena coscienza di andare al cinema per vedere quel particolare film, per via del regista rinomato, dello sceneggiatore che in passato ha scritto tante belle cose, dell'attore così istrionico. Il nerd ricerca nelle letture che riempiono il suo tempo libero quella dose di fantasia, humor, avventura e qualità della scrittura che possano restituirgli un'esperienza veramente ricca di contenuti ed emozioni.

Perchè sì, nerd vuol dire anche hypster, vuol dire anche fanboy, vuol dire anche litigare sui forum fumettistici in internet, vuol dire anche essere pignoli fino a rompere i coglioni... e non dico che siano caratteristiche aberranti o falsate della categoria nerd, anzi in alcune di queste descrizioni so di rientrare pure io e non li ritengo per forza aspetti negativi.
Sono tutte componenti del nerdismo, e non le rigetto, accetto le regole del gioco in ogni loro forma, tanto più che spesso sono divertenti!
Dico solo che il significato più pregnante dell'essere nerd, secondo il modo in cui vivo io le mie passioni, è quello di dare potere alla fantasia, di essere e sentirsi davvero liberi come nessuna democrazia riuscirà mai a farci sentire. Il potere di volare a fianco dei supereroi, di sapere che per quanto oscuri i mostri si possono sconfiggere, di immaginare mondi irreali capaci di parlare di cose dannatamente reali che riguardano noi stessi, la vita e il mondo.
Romanzi, fumetti, cinema, telefilm, videogiochi... quante magnifiche porte che danno verso mondi inimmaginabili, ma meravigliosi, ricchi di colori e speranze. Una porta sempre a disposizione per fuggire dal mondo reale, da una parte.
Ma non è nemmeno questo il fine ultimo, quello è solo un modo - non per forza negativo - di intendere certe esperienze: è la voglia di cultura a 360°, che possa offrire nuovi e interessanti modi di decodificare tutto quello che fa di noi degli esseri umani. Una folta schiera di scrittori, disegnatori, sceneggiatori e registi è pronta a mettere in campo la loro fantasia, il loro ingegno al servizio di mondi lontanissimi, reali o immaginari, che però a diversi gradi riescano a parlare alla nostra testa e al nostro cuore, riescano a comunicare qualcosa che rimane dentro.
Universi paralleli, terre fantastiche, personaggi con cui empatizzare... una sequenza di avventure e storie che nessun articolo di cronaca, nessuna giornata di lavoro, nessuna riunione di famiglia potrà mai eguagliare per gioia e bagaglio culturale.

Un modo importante e sottovalutato di assimilare l'arte, dove con "arte" si intende quelle opere narrative che hanno la capacità di parlare al nostro Io, di raccontare noi stessi e il mondo e di offrire nuovi spunti di riflessione per vivere la vita reale al meglio.
Perchè alla fine si riduce tutto a quello: un'attività nerd fine a se stessa è masturbatoria e castrante, se non si raccoglie da essa un frutto di qualche tipo che possa essere motivi di confronto, con gli altri o anche solo con se stessi. Fare tesoro di quello che si apprende grazie alle storie che continuano a raccontarci grandi menti umane.
Divertirsi, commuoversi, amare visceralmente quei personaggi di carta e celluloide... custodire dentro di sè tutte quelle sensazioni, e renderle reali con la forza d'animo e la volontà di non piegarsi al grigiore e alla passività della vita quotidiana.

Ecco la ricchezza di un nerd, in un mondo e in un Paese dominati dalla concretezza sterile, dalle imposizioni sociali e dalla Gazzetta dello Sport sottobraccio.

Bianco

Neve.
Negli ultimi giorni la neve ha imbiancato mezza Italia.
Ho sempre trovato incredibile la dualità della neve. Da una parte è una cosa bellissima, il suo manto bianco che ricopre ogni cosa riesce a rendere poetico e d'atmosfera qualunque cosa su cui si posi, dagli alberi ai grattacieli milanesi.
Il rovescio della medaglia sono però gli inevitabili disagi che una grande nevicata porta con sè.

Un solo avvenimento contiene in sè tutto il bene e tutto il male possibile. Non è solo questo, tale possibilità è in nuce in ogni cosa, ma la neve riesce a concretizzarle entrambe contemporaneamente.

E il bianco, allora, domina sui giardini bene e sul campo nomadi, sui tetti e sulle scuole, sul mondo e nell'animo.
Perchè a un certo punto è facile vedere il bianco dentro di sè. Quella distesa di infinito nulla, candido, dolce, cullante... ma terribile.nella sua indeterminatezza, nella sua pienezza di possibilità che altro non è che vuotezza.
Sono momenti strani, in cui ci si può avvilire, in cui tutto quel bianco pare insostenibile... si ha paura della quantità di cose da fare, che si prospettano... si ha la tentazione di mollare tutto, pur sapendo che non è possibile, pur odiandosi per essersi arresi così biecamente.
La tentazione c'è, c'è sempre: preferire la tranquillità del proprio relax all'impegno quotidiano è lecito, l'essere ossessionati dal contrasto delle due situazioni è quasi patologico, è un distacco dalla realtà che non tiene conto del momento attuale e della logica.
E non c'entra nemmeno con discorsi pseudo-capitalistici o di chi si è arreso al sistema, non siamo da quelle parti: siamo nella zona dell'anima che si sente sopraffatta da un tran tran quotidiano che a volte sente stringersi attorno alla gola, pur nella consapevolezza che ci sono giorni in cui ci si crogiola piacevolmente in questo mare magnum di impegni e sfide.

Ma il bianco è difficile da comprendere e gestire. Il bianco è molteplice, e singolo; è immenso e minuscolo. Non ti lascia in pace, e anche se per un certo periodo lo fa stai pur certo che avverrà qualcosa che rimetterà in discussione tutto.
La sfida è riempire il bianco con quel tutto.
Non subire il tutto che riempie il bianco, ma arricchirsi tramite quel calderone di attività, facce, malinconia e smog.
Colorare il bianco della propria vita coi colori dell'impegno positivo e dello spazio per i propri hobby.
Sii lo spazio bianco tra le vignette della tua vita a fumetti, e fai accadere quello che il lettore non vedrà mai e potrà solo immaginare.