sabato 12 gennaio 2013

Servizio... pubblico?

Al di là della presunta rilevanza politica che poteva avere la presenza di Silvio Berlusconi nel programma di Michele Santoro Servizio Pubblico, il motivo per cui giovedì sera sono rimasto davanti al televisore a vedere La7 invece che leggere, guardare serie tv o girare per i forum di internet era la possibilità di osservare una lezione di comunicazione, che fa sempre bene.
Osservare innanzitutto il modo in cui il conduttore ha impostato la trasmissione, la scaletta, le presunte "regole" che si è dato con l'ospite e l'atteggiamento con cui si è posto verso di esso è attività utile per capire un po' come viene studiato e preparato un evento mediatico come questo.
D'altro canto, anche vedere un maestro dell'intrattenimento, dell'affabulazione e dello spettacolo come il Berlusconi-showman non manca di dare numerosi elementi degni di riflessione su come può venire veicolato un messaggio.
Perché le maniere cortesi di Santoro, il solito sorrisone di Berlusconi, i monologhi di Travaglio e la perdita di calma dell'uno e dell'altro (non di Travaglio che mantiene sempre una calma serafica) mi hanno fatto capire perfettamente che l'intento del programma non era quello di rendere nudo il re, non era quello di scoperchiare chissà quale vaso di Pandora, e non era nemmeno quello dire qualcosa di nuovo.
Certo, tra un confronto televisivo del genere e precedenti incursioni del Cavaliere in televisione (citare Barbara D'Urso è come sparare sulla Croce Rossa) c'è un abisso, qui si sono comunque snocciolati dati e situazioni che di certo al leader del Centro Destra non hanno fatto piacere, ma se l'impressione verso mezzanotte era che Santoro e Travaglio potessero fare di più c'è qualcosa che non torna.
Bello vedere Santoro gridare in faccia a Berlusconi, da brividi la chiosa finale del secondo monologo di Travaglio, ma la sensazione finale era che fosse tutto a uso e consumo dello spettacolo. Che i due leader del programma credano o meno a tutto quello che professano, quello messo in mostra poco più di 24 ore fa sembra essere più che altro la voglia di fare share.
Attenzione, non ad arte: i momenti "improvvisati", quelli in cui la trasmissione sembrava più "vera" non sono mancati, ma l'impalcatura generale era quella dell'evento mediatico, appunto: non c'era vera rilevanza politica in quello che è stato detto, da ambo le parti, c'era la voglia di mettere faccia a faccia Berlusconi con due dei suoi maggiori avverasi non politici. Il pubblico che ha dato alla puntata gli ascolti che di solito raggiungono solo la finale dei Mondiali di calcio o del Festival di San Remo l'ha fatto perché voleva vedere il match, voleva divertirsi, voleva vedere le schermaglie tra i vecchi pugili, che hanno reagito esattamente a queste istanze, sia nella scaletta che nelle improvvisazioni.

E allora capisci che non c'è Santoro o La7 che tengano: la tv è tutta show, anche quando pretende di trattare  argomenti importanti, anche quando vorrebbe essere un servizio pubblico fin dal titolo.
Tutto è spettacolo, tutto è rappresentazione della realtà ma mai la realtà vera.
I due interpreti principali in scena giovedì sera lo sanno bene, e hanno reso servizio privato a loro stessi.

2 commenti:

  1. Comunque tutti i giornali e i tg e i siti che strombazzano da giorni che B. è uscito benissimo dal dibattito o sono in perfetta malafede (cosa probabilissima) o sono condotti da gente con qualche menomazione mentale. E' logico che B. nella tv, qualunque essa sia, ci sguazza, è il suo ambiente, l'ha creato lui, e si dice che abbia fatto una bella figura solo perché ha ripetuto le solite quattro cazzate e santoro e travaglio gli hanno regalato la trasmissione, senza controbattere come si deve, da quanto ho visto in differita ieri sera, puntando tutto sui soliti giochini mediatici di cui parli tu, Bramo.
    Quello che mi chiedo io è: possibile che dopo tutti questi anni ci sia ancora qualcuno che ci caschi?
    Ciao Bramone :)
    Bacci

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    1. Dipende cosa si intende per "uscirne benissimo".
      Se consideriamo il tipo di conduttori che ha dovuto affrontare e i il modo in cui i temi proposti sono stati esposti, sicuramente la figura di B. è stata messa alla berlina, ma non più di quanto non accada solitamente nei commenti di Santoro e Travaglio.
      Ma il modo in cui ha comunque tenuto la scena e in cui ha mostrato poco le "ferite" dopo le accuse, sicuramente presta il fianco a chi vuole mostrare come B. in territorio nemico sia comunque riuscito a sfangarla.
      C'è insomma una parte di verità e di menzogna in entrambe le fazioni, sia chi ritiene che Santoro abbia mostrato B. per quello che è sia chi pensa che B. abbia mostrato di poter resistere ai colpi del suo più acerrimo rivale nell'informazione televisiva.
      Il punto è che l'uno era interessato a creare la puntata del secolo, avendo come ospite unico la propria nemesi, e l'altro voleva avere una prima serata in diretta, con la visibilità che ne consegue (ché "Porta a Porta", come B. ha fatto notare a Vespa la sera precedente, fa solo 2 milioni...): entrambi, quindi, hanno avuto quel che volevano, hanno reso un servizio reciproco che è tutto fuorché pubblico.
      C'è un fumetto, "Transmetropolitan", dove il protagonista Spider Jerusalem è un giornalista politicamente scorretto, che ad un certo punto ha l'occasione di intervistare il Presidente USA, che odia. Sono tavole magistrali in cui Spider sputa addosso al Presidente senza retorica e con violenza tutta la merda che ha compiuto e tutto il male che continua a fare nell'indifferenza di tutto e tutti fuorché di se stesso. Io non speravo in una cosa del genere (anche perché poi è tutto B-service), ma qualcosa di più sì. E non c'è stato. Non c'è stato perché forse non conveniva, perché forse lo scopo è stato raggiunto tramite le "regole" che si erano dati e bon.

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