giovedì 19 gennaio 2012

Giornate ricche

E' buffo come quando apro gli occhi al mattino non voglia mai abbandonare il letto.
Non è una questione relativa al freddo di gennaio, o al sonno. Semplicemente, una delle prime idee che si fanno strada nella mia testa ben poco lucida è che c'è un giorno intero davanti a me, e in quel momento mi pare uno sforzo così immane da farmi venire la nausea.
Il buffo è che poi vivo delle giornate così straordinarie e indescrivibili che in poco tempo dimentico l'ansia dei primi minuti della giornata e vivo tutto con molta più verve.
In fondo, non posso lamentarmi. Sul treno (e già di per sè viaggiare con Trenitalia è un'avventura sempre nuova :P ) a volte incontro due miei amici che vanno a Milano per l'università, così che posso scambiare qualche parola con loro sparando quattro cazzate, ridendo di cose sceme, ricordando il weekend precedente e progettando quello che deve ancora arrivare... una finestra aperta nel freddo del primo mattino che riesce a rievocare momenti decisamente più caldi, e che se da una parte presta il fianco ad un inizio di giornata col sorriso dall'altro può anche portare a riflettere su certe dinamiche interpersonali e a come si sviluppano da soggetto a soggetto
Arrivato a Milano, in metropolitana infilo le cuffie dell'mp3 nelle orecchie. E mi guardo attorno, spronato dai testi e dai riff di chitarra che mi avvolgono. Non voglio fare l'errore di molti, che usano la musica per isolarsi dal resto del mondo... per quanto continui a trovare l'isolarsi dal resto del mondo un'attivtà sempre ricca di attrattiva, mi piace riuscire a far sì che la musica mi faccia da colonna sonora nella mio osservazione di chi mi sta intorno. E com'è noto uno degli ambienti sociali più interessanti del nord Italia è la metro di Milano.

Fisso lo sputo per terra, di fianco a uno degli ingressi; immagino quella saliva quante storie potrebbe raccontare, a chi è appartenuta, se uomo, donna, italiano o straniero, quanti passaggi da una bocca all'altra ha compiuto... alzo lo sguardo e vedo proprio una coppia di giovani ragazzi che si abbracciano e baciano. Non lo fanno in modo plateale o sdolcinato come spesso i troppo entusiasti, quindi non è fastidioso vederli. Fa solo un po' male. il "po' " è una quantità che varia dai giorni.
E dalla musica che sto ascoltando, ovviamente.
Se nell'mp3 c'è Dente oppure gli Afterhours o la voce particolare di Vasco Brondi, piuttosto che i Cani o gli Zen Circus, la prospettiva cambia.
Di fianco a me c'è un impiegato, riconoscibile dal vestito elegante e dalla ventiquattrore scura; poi c'è un anziano, una donna in carriera, un ragazzino del liceo, una casalinga, un universitario, una ragazza molto carina. E' bello immaginare i loro sogni e i loro progetti a breve e lungo termine solo osservandoli per pochi istanti.
A tutti voi, e a me, come ogni mattina... buongiorno buonafortuna.

Poi succede che come per caso ti spari 9 ore in ufficio, con le varie incertezze, problematiche, scazzi e mazzi, speranze, risate, progetti, lavoro, pensieri...
E poi ritorni nella metro dove ritrovi le stesse tipologie di gente, ma con aspetti e facce del tutto diverse. Sollevate, affaticate, in attesa della serata che il datore di lavoro gli ha augurato buona prima che uscisse dall'ufficio.

Poi, sul treno, ecco che cambiano i contorni attorno a me. Atro che vagoni freddi e dai sedili rovinati, si apre una porta dimensionale che ogni 2 settimane circa cambia destinazione. Attualmente mi porta ad Ankh-Morpork, città del Mondo Disco dove c'è un grande pericolo che la stolida guardia notturna non era preparata ad affrontare!
Tornato a casa e sbrigate quelle faccenducole come mangiare e lavarsi, sono pronto a gettarmi a capofitto in un altro mondo. Da qualche tempo è rappresentato da una cabina della polizia degli anni '70, tutta blu e con un Dottore a fare da cicerone attraverso le avventure più disparate, fantastiche e fantascientifiche in cui mi porterà.
E poi sono pronto a navigare per il web-mondo per un paio d'ore, visitando i veri luogni di internet in cui bazzico in modo più o meno attivo, Sollazz-chat compresa.

Non si può certo dire che sia una vita noiosa. Tra mondi lontani e inimmaginabili che posso vivere nel giro di 40 minuti e canzoni che con testi ricercati e mai banali raccontano una realtà realistica con fare poetico, tra la speciale gente comune e l'affrontare col sorriso gli impegni quotidiani, penso di fare del mio meglio per demolire la sensazione di vomito che, testarda, si ripresenta quasi ogni mattina.

Nemmeno pensare alle molteplici scintille di vita di cui è testimone uno sputo in metropolitana pare risvegliarmi dal mio torpore.
Lo spread tra la notte e il giorno si attesta sempre sui 500 punti.

1 commento:

  1. Oh, mi mancava leggerti un po'...

    Evviva i mondi paralleli, che siano dovuti alla realtà o alle parole scritte da altri!

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