sabato 9 febbraio 2013

Comunicazione e sociologia in "Avanti un Altro!"


Avanti un Altro! è un quiz del preserale di Canale 5, e presta il fianco ad alcune interessanti riflessioni inerenti innanzitutto alla comunicazione, ma anche relative ad un più generale carattere sociologico.

Nato da un'idea di Paolo Bonolis, che del programma è conduttore, ha avuto il suo debutto a settembre del 2011, per poi trovare una seconda edizione un anno dopo, nel settembre del 2012, da dove popola la fascia oraria 18.50-20.00 tutt'ora, e fino all'inizio di marzo.

Cosa può avere di così interessante un quiz televisivo, format ormai abusato e stressato dopo decenni di sfruttamento di un tipo di fare televisione vecchio e fondamentalmente privo di reale interesse che non sia quello di un intrattenimento poco al passo coi tempi?
Semplice: Bonolis. Il geniale conduttore già in passato era stato in grado di rendere con la sua sola presenza un quiz dal ritmo ripetitivo e poco originale in qualcosa di divertente, spigliato, accattivante prendendoselo di fatto tutto sulle sue spalle. E' lo stile che Bonolis sfoggia, il modo di approcciarsi con pubblico e concorrenti che è rappresenta la carta vincente, il punto focale per cui un programma come Affari Tuoi (a cui facevo riferimento in queste ultime righe) era un esempio magistrale di come uno stile diverso dal solito era capace anche di pagare in successo e ascolti, andando a battere più volte Striscia la Notizia. Non è un caso se i successivi conduttore del game-show di Rai Uno non sono mai riusciti a bissare tali risultati, con l'eccezione significativa di Flavio Insinna che riuscì invece a portare la sua personale interpretazione del programma, dal taglio ironico e dall'impronta teatrale.

Con Avanti un Altro! il principio è lo stesso. In definitiva è tutta una questione di linguaggio, di capacità di scrittura applicata alla parola e alla gestualità. Il conduttore romano usa un codice linguistico che rompe le usuali regole del gioco, quelle cui di solito il pubblico televisivo italiano è abituato e assuefatto. In questo senso Avanti un Altro! è un programma cucito apposta addosso a Bonolis, che prende alcune caratteristiche di Ciao Darwin, ripesca alcune impressioni di Tira e Molla attualizzandole e mette il tutto in un calderone dove il surreale e il grottesco si sposano in un connubio di imprevedibilità e superamento dei limiti.
Tutto questo però si presa ad essere un'arma a doppio taglio, che mi fa dare un giudizio positivo per quanto riguarda la comunicazione e l'uso del mezzo televisivo, ma mi spinge a pormi delle domande sull'italiano medio. Cosa significa? Che da un lato abbiamo una trasmissione che esula dai normali confini del game-show dell'ora di cena - non è un caso se sempre più spesso Bonolis fa battute molto mirate al diretto competitor, L'Eredità di Carlo Conti, sottolineando come l'impostazione del programma di Rai Uno sia decisamente classica e quindi adatta ad un certo tipo di pubblico - , e il risultato tra battute, rottura della quarta parete, interazione con il pubblico che spesso viene deliberatamente sbeffeggiato, tutta l'ampia gamma di varia umanità costituita dal cosiddetto Minimondo è un puzzle che fa emergere un programma sopra le righe, spigliato, divertentissimo e che ha il coraggio di andare oltre le norme standard non esitando a diventare anche cattivo.
Dall'altro lato è inevitabile notare come in alcuni momenti, che con il procedere del tempo sono diventati sempre più frequenti, Bonolis sguazzi in maniera così agiata in questo pandemonio da lui creato che eccede in maniera quasi esasperata. I freni inibitori cadono senza remora alcuna, e il gioco del grottesco in cui sfotte senza tregua un signore anziano che deve leggere la domanda per il gioco a casa o in cui espone al pubblico ludibrio persone non certo dotate di forma fisica facendo loro compiere esercizi di ginnastica rende a volte il tono da commedia inquietante. Non è neanche più ironia o simpatica presa in giro, diventa uno sfottò che non conosce limiti, e che trova un ampio consenso nelle risate impietose del pubblico in studio.Poi le persone prese di mira possono essere anche consenzienti e del tutto disposte a farsi prendere per il culo da Bonolis, per predisposizione di carattere o pur di apparire in televisione (il che sarebbe triste), ma resta il fatto che quello che Bonolis in un certo senso legittima è uno stile di approccio alle persone e alla realtà che, se letto con la giusta consapevolezza, può essere un modo spontaneo e accattivante di comunicazione verbale e interazionale, ma che può anche assumere i contorni di uno stile di vita volto alla cattiveria gratuita e alla mancanza di pietas umana, aspetti che purtroppo sono fin troppo presenti nella società odierna e che di certo non hanno bisogno di essere stigmatizzati e mostrati in televisione come esempi di azioni divertenti e di atteggiamenti vincente.

Per l'immagine: (C) degli aventi diritto

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