Lessi questo romanzo pochi mesi fa, e scrissi questa
recensione poco dopo aver concluso la lettura. Per chissà quale motivo, forse
proponendomi di rileggerla e modificarne delle parti, rimase però immobile su
un file nel mio pc senza che la pubblicassi da nessuna parte.
Rimedio ora, perché il libro val la pena di essere
conosciuto e letto e perché non essendo un titolo ad “alta diffusione” né supportato
da una grande casa editrice, è più che possibile che non sappiate nemmeno della
sua esistenza.
Io stesso ho avuto la fortuna di leggerlo conoscendo
personalmente l’autore, mio concittadino, grazie ad un amico comune, e lo dico
subito per mettere bene le carte in tavola. Non specificandolo, qualcuno
avrebbe potuto notare la medesima città di appartenenza e avrebbe potuto
imputare a questo elemento il parere positivo che sto per formulare: voglio
invece essere trasparente su questo punto, anche perché inizialmente ero
piuttosto scettico su questa opera prima (perlomeno pubblicata) dell’autore (da
qui in poi, Max). Primo per il genere narrativo affrontato, suo prediletto
nelle letture, vale a dire l’horror. Io, che solitamente rifuggo tali atmosfere
(anche se ultimamente in tal senso mi sto aprendo abbastanza), non ero molto
convinto all’idea di leggere una storia di zombie scritta da un esordiente. Ma
la curiosità di leggere tale opera c’era comunque, e così mi sono lanciato in
una lettura che mi ha stupito a più livelli.
Tra i tantissimi autori, blasonati e con una lunga carriera
alle spalle, che si sono dedicati all’horror, ci voleva per qualche strano tiro
della sorte il primo romanzo di Max per farmi capire che horror non vuol dire
solo spaventi, splatter e mostri, e che è riduttivo limitare agli elementi più
stereotipati il senso di questo genere. Attraverso la storia del protagonista, Larry,
che si trova suo malgrado a vivere in un mondo post-apocalittico in cui une
disastrosa esplosione nucleare ha trasformato la stragrande maggioranza della
popolazione mondiale in zombie, emergono svariate tematiche importanti a
livello etico, ecologico e filosofico, trattate in maniera per niente banale e
anzi stuzzicante.
La lotta per la sopravvivenza che Larry deve applicare ogni
giorno non è fine a sé stessa, il trovare sul suo cammino altre persone che lo
accompagnano non è solo un chance in più per andare avanti, il male che ha
colpito il mondo non è un pretesto senza background.
L’assenza di rispetto verso la Natura da parte dell’uomo è
una causa del terribile futuro immaginato da Max, l’egoismo e la malvagità dell’essere
umano ne è un’altra. E questo porta il lettore a riflessioni importanti che
danno spessore al libro.
Allo stesso modo il coraggio e la dedizione che i personaggi
mettono nella loro missione, che ad un certo punto non si limita più alla
personale sopravvivenza ma si spinge ad un disperato tentativo di poter
migliorare le cose in un mondo che sembra non offrire nessun margine di
speranza, sono degli elementi narrativi forti che toccano corde importanti dell’animo
umano, quali i sentimenti di redenzione, di altruismo e di amore nel senso più
generale possibile.
Il romanzo non è esente da difetti che, pur essendo
comprensibili tenendo conto che si tratta del primo romanzo vero e proprio dell’autore,
è giusto individuare: in alcuni punti la prosa non è molto fluida, e alcuni
periodi non scorrono lisci come potrebbero. I dialoghi, che come l’atmosfera
generale sono debitori di un certo immaginario narrativo, a volte peccano di
poca credibilità, in alcuni casi giustificabile (un texano deve parlare secondo
stereotipo!), in altri meno. Viene però usato un lessico molto vario, e questo
è un punto a favore nella struttura del testo.
Passando dagli aspetti tecnici a quelli relativi alla
storia, come detto sopra Max guarda molto alla varia mitologia horror e della
narrativa distopica, subendo anche da autore l’influsso da cui il Max lettore è
sempre stato intrigato. Questo si risolve in una trama che fonde molte
suggestioni tipiche di questo tipo di racconti, ma è un difetto solo a metà: in
un’opera prima è inevitabile, oserei dire giusto, scrivere di quello che meglio
si conosce, e Max ha saputo mescolare vari ingredienti per creare un libro che
ha una sua dignità e indipendenza, che pur ispirandosi a opere precedenti sa
portare avanti con determinazione i messaggi che voleva dare con questa storia,
senza mai perdere di vista i punti importanti.
E penso che alla resa dei conti sia proprio questo che mi ha
convinto: Max sa quali sono le sue capacità, sa le influenze narrative di cui è
debitore, e fonde queste due istanze in modo da far sue quelle atmosfere perché
servano al suo scopo, al messaggio che il libro porta volente o nolente con sé e
alla storia che voleva raccontare.
Ne esce un romanzo che sa nascondere abbastanza bene le sue
incrinature dietro la forza della proprio voglia di comunicare attraverso la
scrittura: questo fa sì che La Piaga sia un libro onesto, che mostra fin d’ora l’abilità
di scrittore di Max, a cui auguro tutta la fortuna possibile.
La Piaga
Massimiliano Grecchi
Gruppo Albatros Il Filo (collana Nuove Voci)
2012, 241 pagine, brossurato
euro 14,90
ISBN: 9788856753387
Questo il blog di Max, per gli interessanti. Siatelo ;)
La Piaga
Massimiliano Grecchi
Gruppo Albatros Il Filo (collana Nuove Voci)
2012, 241 pagine, brossurato
euro 14,90
ISBN: 9788856753387
Questo il blog di Max, per gli interessanti. Siatelo ;)
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